Dignano,
abitato cittadino dell' Istria sud-occidentale a 11,7 km da Pola,
posto a 135 m di altitudine, è una terra di antiche tradizioni sorta
sulla scia dei castellieri preistorici presenti sull' ampio
territorio da tempi remotissimi.
Dignano
è una città cresciuta e conservatasi a lungo con le sue
caratteristiche peculiari di abitato urbano-rurale dio tipo
medioevale, giunto al nostro tempo con l' impronta dell' uomo che ci
è vissuto. Il suo ampio territorio disseminato di casite
(caratterici ripari
nei campi), nella geometria delle masiere
(muri a secco delimitanti le proprietà), è testimone di un
millenario passato agricolo degli abitanti, dediti soprattutto alla
coltura dell' olivo e della vite come base del proprio benessere
personale.
Sorta
leggendariamente dall' unione di sette ville facenti parte dell' agro
colonico di Pola, Dignano e' nota ancora in apoca romana come Vicus
Attinianum e viene
citata dalle fonti storiche già nel 932 al tempo del doge Pietro
Candiano, al quale le città istriane donavano anfore di buon
vino (in cambio di
protezione). La città ha conservato all' interno del centro storico
il suo aspetto medioevale con cmpielli e strette calli irregolari
incuneate tra le case, con selciati e facciate di pietra lavorata,
con le antiche contrade che mostrano ancora forte la presenza degli
stili gotico-veneziano, rinascimentale e barocco e con le numerose
chiese spiritualmente ricche di memoria e di opere. Tra queste, in
Cittavecchia, la chiesa di San Giacomo delle Trisiere, già elevata a
parrocchia nel 1212, testimone di importanti eventi storici tra cui
la firma della pace con Pola nel 1331 e la compilazione del rinnovato
Statuto municipale del 1492.
Tutto
respira ancora di passato nelle contrade di Dignano: dal gotico
palazzo dei conti Bettica ai numerosi stemmi e ai mascheroni presenti
sulle facciate degli edifici, dagli ornati dei ferri battuti alle
cisterne, alle porte di legno intagliato dei palazzi importanti all'
elegante chiesa del Carmine (1630).
La
grande piazza del Popolo, al centro della città, delimita il sito
memoriale di un antico castello turrito eretto probabilmente nel IV o
V secolo e demolito nel 1808. Circondano la piazza palazzi importanti
come il Municipio neogotico, casa Benussi, casa Bembo e palazzo
Bradamante, con la facciata abbellita dall' alzato dell'orologio
pubblico e dall' elegante trifora.
Altra piazza importante e frequentatissima quella del Duomo di
San Biagio, la parrocchiale sorta sull' area di una precedente chiesa
preromanica demolita nel 1781. Il Duomo monumentale consacrato nel
1800, conserva numerose opere di valore artistico e culturale, come
la custodia in bassorilievo del 1451, sculture lignee e dipinti che
vanno dal XIV al XVIII secolo, opere di grandi artisti come Paolo
Veneziano, Jacopo Contarini, Jacobello del Fiore, Lazzaro Bastiani,
Gaetano Grezler, Avenerio Trevisan, Antonio Dalla Zonca e altri.
Grandi particolarità della collezione di arte sacra
sono le numerose reliquie e i Corpi Santi incorrotti, i reliquiari di
Murano, gli arredi sacri e i preziosi libri antichi.
Importanti, per gli affreschi che contengono, anche le
chiese circostanti di Santa Margherita (XII sec.) della Madonna
Traversa (XIII sec), di San Quirino (VI sec) e di Santa Fosca (IX
sec) meta attuale di pellegrinaggio.
Dignano
che conta 3678 abitanti, ha tuttora una forte presenza di popolazione
autoctona dalle radici millenarie - i
bumbari –
popolazione che tramanda il suo dialetto istroromanzo e l'
istroveneto nonchè, attraverso un ricco folclore locale, i preziosi
policromi costumi, le acconciature ornate, le secolari tradizioni
di canti e di
danze, di festeggiamenti.
Dignano è quindi l' esempio di un centro comunale di
impronta turistico-culturale bilingue e di popolazione eterogenea;
comprende gli abitati di Gallesano, Peroi, Barbariga e Gaiano con un
totale di 6.144 abitanti, dediti prevalentemente all' industria, all'
agricoltura, al turismo e al commercio. Rinomata per ottimi vini e
pregiato olio di oliva di tradizione secolare, Dignano è situata
sull' incrocio delle magistrali Trieste – Pola e Fiume/Pisino –
Pola; è crocevia delle viabili regionali per Fasana, Gallesano e
Barbana; oltrechè dalla linea ferroviaria Divaccia – Pola.
Lo sviluppo urbanistico della città si estende a
raggiera nella periferia, senza deturpare la siluette dell'
agglomerato di case sovrastate dal Campanile, il più alto dell'
Istria.
Duomo di San Biagio
Basilica
a tre navate in stile neobarocco la cui costruzione e' iniziata nel
1761 e finita nel 1800 quando e' stata consacrata. E' la chiesa piu'
grande dell'Istria lunga 56,20 m larga 31,60 e alla cupola raggiunge
i 25 m di altezza. Imponente il campanile di 60 m pure il piu' alto
in Istria innalzato nel 1815. Sulla facciata si ergono 5 statue: la
piu' alta di San Biagio tra gli altri due protettori di Dignano San
Lorenzo e San Quirino con ancora lateralmente San Pietro e San Paolo.
L'interno e' diviso con arcate a ad arco su imponenti pilastri,
riccamente arredato con 9 altari in marmi policromi e figure di santi
di grande valore artistico. La collezione di arte sacra, di
inestimabile valore, dispone di 730 opere e pezzi dal V fino al XIX
secolo. L' attrazione maggiore e' rappresentata dalla collezione di
corpi santi (S. Leone Bembo, S. Nicolosa Bursa e S. Giovanni Olini)
delle parti di corpi (S. Sebastiano e S. Barbara) e di 350 reliquie
di 250 santi.
Chiesa di S.ta Fosca
Situata su un'antica via romana presso l'insediamento di Valmadorso e' l'unica basilica medievale rimasta in piedi delle sette basiliche paleocristiane del territorio. I Templari vi sostavano nei loro viaggi in Terra Santa ed e' rimasta tuttora meta di pellegrinaggi dato che dal santuario si irradia un misticismo e un'energia travolgenti. L'edificio si compone di due spazi: la chiesa vera e propria datata nel VI – VII secolo, a tre navate suddivise da pilastri con capitelli di pregiata fattura; e l'antistante loggia aggiunta nel XVI secolo per accogliere la moltitudine di pellegrini che venivano da ogni parte. Il tempio offre affreschi del XII sec. Tra i piu' antichi in Istria. Ogni anno la domenica dopo il 13 febbraio (sfesta di S.Fosca), per un'antica tradizione tramandata, la gente di Dignano vi compie, per devozione, un pellegrinaggio. Dopo la messa le famiglie sparse sull'ampio sagrato consumano il pranzo che con canti e allegria si protrae fino al crepuscolo.
Palazzo
Bettica - Museo di Dignano
Complesso
della famiglia dei conti Bettica ( XIII sec.) e' caratterizzato da
due epoche stilistiche architettoniche: il gotico veneziano dell'
edificio centrale e il rinascimentale nella parte laterale e del
cortile con cisterna (datata 1520) con fregi e stemma. Attualmente e'
sede del museo cittadino e raccoglie al pianterreno resti delle
basiliche paleocristiane del circondario, al primo piano la
pinacoteca e al secondo e' tuttora in allestimento la parte
etnografica di Dignano.
Il
centro storico
Riporta
le caratteristiche comuni alla maggioranza dei centri medievali per
lo piu costruiti su alture, che pur non essendo qua, particolarmente
accentuate si erge comunque ad un'altezza di 135 metri sul livello
del mare. Questa posizione molto ventilata ha permesso alla
popolazione di non essere totalmente spazzata via dalle pestilenze
dell'epoca, e dunque la gente ha potuto svilupprae ed erigere un
abitato dalle caratteristiche prettamente urbane per l'epoca. Le
viuzze del centro storico sono caratterizzate da volti, campielli,
piazzette, ballatoi, passaggi, sottoporteghi ecc. che creano un
intricato complesso architettonico molto suggestivo che nei tempi
passati circondavano l'antico castello situato nell'odierna piazza
centrale e demolito nel 1808.
Casite
e masiere
Tutto
il circondario di Dignano e' caratterizzato da un architettura rurale
particolare fatta con pietra a secco e cioe' dalle «masiere» ossia
i muretti che delimitano i campi e possedimenti e dalle
caratteristiche «casite» ovvero le piccole costruzioni sparse per i
campi che fungevano da riparo ai contadini. Molto pittoresco e' il
risultato finale che fa risaltare il bianco della pietra istriana sul
rosso della terra e sul verde delle colture. Le masiere ricalcano in
parte le vecchie centurie del periodo romano e viste dall'alto del
campanile, danno l'impressione di merletti e centrini ricamati da
mani invisibili. Di casite rimaste c'e ne restano circa 2-3 mila
delle 5-6 mila in origine, e attualmente il comune ogni anno
arganizza dei laboratori per il loro recupero e salvaguardia.
DIGNANO – CENTRO DELL' EXTRAVERGINE
«...cinta di vite e olivo
ride col verde clivo
guarda l' Adriaco mar...» ( 1 )
Dignano come principale centro agricolo dell'agro polese e' dai tempi
piu remoti conosciuto, e cosa piu' importante riconosciuto come la
punta di diamante dell'olio extravergine di oliva in Istria. La
coltivazione dell'olivo inizia prima del periodo romano e
probabilmente e' stata introdotta dai greci che navigarono in questi
lidi (come racconta la leggenda di Giasone e degli Argonauti).
Di quel periodo purtroppo non abbiamo prove certe e concrete, come
invece risulta dai molteplici reperti archeologici del periodo romano
giunti fino a noi e dai quali si evince la grande produzione e la
cura dedicate a questo particolare prodotto. Lo si deduce anche dalla
concentrazione di ville romane con annesse presse, vasche di
decantazione, cisterne per l'acqua calda e fredda, grosse macine di
pietra, recipienti di pietra per immagazzinare l'olio, eppoi ancora
di siti, in quel di Fasana, di fabbriche di anfore con tanto di
stemmi e sigilli a comprovarne l'origine.
Tutti questi ritrovamenti sul territorio dignanese, distribuiti
soprattutto sulla costa da Puntisella a Barbariga, dimostrano che
questa era sicuramente la zona dell' eccellenza in Istria per la
coltivazione e la produzione di olio d'oliva . E' da pensare che
tutte le varie citazioni di quel tempo, sulla bonta' dell'olio
istriano, si riferissero appunto a quello di questa zona in
particolare, almeno noi ne abbiamo tutto l'interesse a supportarle e
comodamente farcene vanto. Della qualita' di questo olio abbiamo
tracce scritte pervenute fino a noi come per esempio quelle del
poeta Marco Valerio Marziale che lo innalza, nel libro XII epigrafo
64, sopra tutti gli olii dell'Italia: «Uncto Corduba laetior
Venafro / Histria nec minus absoluta testa» (2) / Cordoba che
sei piu' fertile dell'oleosa Venafro, non inferiore dell'assoluto
primato dell'olio in anfora dell' Istria /.
Plinio il Vecchio scrive che l'olio dell'Istria e' il terzo migliore
olio di tutto l' Impero (3) ed e' particolarmente usato a tavola da
imperatori e senatori; Galeno, nel libro X cap.16 Methodi medendi
(4), loda l'olio istriano, probabilmente non solo per uso
alimentare essendo lui, con Ippocrate, uno dei piu' grandi medici ed
erboristi dell' antichita'. Apicio nel suo «De re coquinaria»
parla addirittura di ricette per adulterare l'olio e da quello
scadente spagnolo trasformarlo in pregiato olio istriano con aggiunta
di erbe e radici tritate (5).
- Del Ton Giuseppe, A Dignano – inno alla citta' natale
- Tommasini Filippo, Commentari storico-geografici della Provincia dell'Istria, Circolo di cultura istro-veneta «Istria», Trieste 2005
- Plinio Lib.XV cap.2 Principatuim in hoc quoque bono obtinuit Italia toto orbe, maxime agro venafro eiusq. parte quae licinianum fundit oleum, e nell'istesso luogo Baeticum, et histrum inter se pari certare laude affirmat. Pro Baetico. (Tommasini, op.cit pag 105)
- Tommasini, op.cit. pag. 105
- Mueller Tom, Slippery business -the trade in adultered olive oil, The New Yorker,
New York 2007. L' americano Tom Mueller indagando sulle frodi e
contraffazioni dell' olio extravergine esportato in America cita
Apicio, che fu un raccoglitore di ricette e di metodi per la
preparazione dei cibi nonche' della loro conservazione. Gia'
nell'antica Roma dunque, si adulterava l'olio, ma fatto per noi
importante e' che lo vendessero per olio istriano a prova della sua
qualita' e bonta'.
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Piu tardi Cassiodoro nel 537 d.c. scrive di splendide ville romane
(foto 1) che giacevano come perle lungo la costa: « fortuna ai
mediocri, delizia ai ricchi, ornamento dell'impero, dell'Italia, ove
imperatori e patrizi romani si rtiravano a godere vita degli Dei» e
indica piu avanti la zona di Barbariga come centro piu
grande di produzione olearia di ottima qualita' di tutta l'Istria.
(6)
In seguito ad un periodo alquanto buio del Medio Evo sotto il
dominio del Patriarca di Aquileia, nel 1330 Dignano si erge a comune
indipendente e, dopo che Pola si diede a Venezia, anch'esso si
sottrae ai patriarchi per sottomettersi alla Serenissima. Da quel
momento inizia un rapido sviluppo del territorio come riportano le
relazioni al Senato e cosi' «nel 1388 la terra di Dignano, cresciuta
di popolo e di agiatezza ... si costituisce in Comunita' indipendente
con propri Statuti, Consiglio e Podesta'» , poi nell' ultimo Statuto
del 1492 nel capitolo XXXXVI sono elencati tutti i dazi da pagare in
olio , nel 1583 e' «Castello florido e popolatissimo di tutta
l'Istria» ( Realazioni Senato, Marin Malipiero) e un secolo piu
tardi (1669) il doge Agostin Barbarigo scriveva: « Dignan ... e'
soli 7 miglia lontano da Puola e' luogo bellissimo posto in un piano
il piu' fertile di tutta la Provintia e ripieno di habitanti, con
gente civile, et ha qualche somiglianza con le terre della
Lombardia; produce il territorio gran quantita' di vini, di biave,
d'ogli e altri frutti che servono al sostenimento dei Popoli».
(7)
Dagli
scritti del vescovo di Cittanova Filippo Tommasini nei suoi
«Commentari storico-geografici della provincia dell'Istria»
leggiamo:» ...che dell'olio si cava un grandissimo denaro di
ciascun luogo d'Istria e non era mercanzia piu' stimata che
questa in tutta la provincia...» e poi ancora nelle
«Memorie sacre e profane dell'Istria» di Prospero Petronio del 1681
( foto 2)si riprendono i cenni sull'olio di olivo la cui produzione
e' estesa a tutta l'Istria e addirittura vi si spiegano le varie
tecniche di estrazione usate.
Questo
lungo preambolo non vuole ripetere argomenti trattati in questo libro
da autori molto piu' autorevoli e tanto meno ha qualche pretesa
storiografica, serve solo allo scopo di inquadrare e introdurre
l'argomento del titolo e cioe' di creare un supporto e una base per
dare a Dignano una dimensione e un' immagine incentrata sulla
coltivazione dell'olivo e dunque ad un possibile uso turistico di
questo prodotto unico nel suo genere.
Da non
dimenticare che l'olio di oliva e' l'unico che si estrae dalla polpa
di un frutto e non dal seme ed e' l'unico che si estrae con semplice
pressatura senza additivi o procedure di raffinazione di vario
genere. Gia' questo la dice lunga e cioe' che si tratta di un
prodotto naturale di prim'ordine, di un alimento dal grande valore
calorico ma dalle caratteristiche nutritive e mediche uniche e che lo
vedono adatto e consigliabile per qualsiasi eta'. Non per niente
dunque, esso rappresenta uno dei costituenti piu' importanti della
dieta mediterranea ed e' considerato uno dei principali fattori
protettivi della salute per il suo contenuto di acido grasso
monoisnaturo (acido oleico) che abbassa il livello di colesterolo,
di polifenoli e tocofenoli che svolgono un'azione antiossidante e
antidegenerativa dei tessuti ( 8 ). La cucina istriana, i cui
ingredienti sono la base della dieta mediterranea, e' da considerare
senza ombra di dubbio una delle piu' sane ed apprezzate.
6. Gioseffi L. – Gragnato M., Anfiteatri, Cortella Poligrafica,
Verona 2006
7. Radossi G., Introduzione allo Statuto di Dignano, Collana
«Atti» Volume I, Centro
di ricerche storiche – Rovigno 1970
8. Žužić I. – Giusti A.M. – Cannella C., Tekuće zeleno zlato
Istre, Tar/Torre 2003
Dignano e il suo territorio si sono da sempre imposti oltre che per
la qualita' del suo olio, tanto che bastava dire si trattasse di «oio
de Dignan» che non occorrevano altre garanzie ma era di per se'
un marchio di qualita', anche per essere all'avanguardia nella
tecnologia di estrazione e commercializzazione: ai primi anni del
1800 la famiglia Marchesi costrui' il primo oleificio a vapore, nel
1848 lo rimpiazzo' con un'altro piu' moderno e a fine secolo quando
costruirono la prima cabina di trasformazione elettrica si comincio'
ad usare la corrente elettrica nell'oleificio (foto 3). A quel tempo
l' oleificio faceva anche servizio a domicilio e ti portava l'olio a
casa come si vede nella fotografia dei primi del novecento che mostra
i «torcieri» (portatori di olio) «Menigo Muscolin» (Domenico
Vellico) e «Stroupa» (Gropuzzo) col «baio» (barile) in spalla
(foto 4).
In seguito pero' al tragico esodo, dopo la II Guerra mondiale, la
maggior parte degli oliveti e' stata abbandonata e la produzione di
olio e' praticamente crollata. Dagli anni 80 c'e' stata una prima
consistente ripresa per merito dell' azienda «Agroprodukt» che ha
piantato a olivi cca 50 ha e poi, a partire dal 1995 con la prima
rassegna dell' olio di oliva, organizzata dalla Comunita' turistica
di Dignano, e' iniziata una inarrestabile corsa al migliore olio
extravergine di oliva. Dopo un periodo iniziale quando si dovevano
pregare i vari produttori per poter avere dei campioni da analizzare
con, nota bene, tutto spesato dalla Comunita' turistica, si e'
scatenata una vera e propria competizone , prima tra i dignanesi e
poi allargandosi a tutto il circondario fino a coinvolgere tutta la
nostra Regione.
Di anno in anno siamo stati testimoni di una crescita della qualita'
del nostro olio che probabilmente nessuno si sarebbe aspettato,
raggiungendo traguardi di assoluta eccellenza con gradi di acidita'
media da 0,10 a 0,25 %. E' un fatto questo che riempie di orgoglio
specialmente noi dell' ente turistico che abbiamo avuto l'intuizione
giusta per ridare a Dignano il primato dell'extravergine migliore sia
in Istria e in Croazia che a livello internazionale come attestano i
molti titoli vinti nelle varie manifestazioni olearie: Dignano,
Parenzo, Crasizza, Cherso, Punat, Spalato, Cordoba (Spagna), Bari,
Roma e Verona.
Il fatto di avere uno dei migliori extravergini ci pone in una
posizione di grande visibilita' e notorieta' e per Dignano si tratta
di un momento di gloria da monetizzare in tutti i sensi e in primis
nel settore turistico. Come attivita' promozionali siamo stati i
primi ad organizzare visite guidate nell' oliveto con dimostrazione
della raccolta delle olive, con inclusa una merenda tipica tra gli
olivi seguita da degustazioni sempre guidate da esperti come
l'ingegnere agronomo Edi Družetić. Purtroppo a Dignano non
disponiamo ancora di strutture ricettive e alberghiere con capacita'
di un certo livello e dunque i flussi turistici dei gruppi sono
indirizzati in altre localita' turistiche piu comode e vicine agli
impianti da visitare.
Molto importante sarebbe avere un panel tutto nostro sempre attivo e
aggiornato, non solo per il controllo continuo dell'olio che deve
rimanere ai massimi vertici e senza possibilita' di contraffazione
alcuna, ma anche per attirare produttori da altre zone e creare qui
il polo dell'olio piu' importante dell'Alto Adriatico. Collegata a
quanto sopra si impone pure la ricerca scientifica sulle peculiarita'
e sulla genetica dei vari cultivar e di conseguenza la creazione di
un centro o istituto specifico specializzato anche in produzione di
piantine esclusivamente delle nostre specie: busa maschio e femmina,
carbonassa, rovignesa o rossignola , murasola, sisolera e bianchera.
Oltre ad assicurare nuovi posti di lavoro per i nostri laureandi,
disponendo di strutture del genere si potrebbero facilmente
organizzare simposi e congressi, scambi di studenti e stage per
studiosi, visite di gruppo di scuole agrarie, produttori e
cooperative.
Uno dei settori che puo' e deve crescere e' soprattutto l'apertura
sia di nuovi oleifici, in seguito all' aumento degli oliveti, che di
nuove sale di degustazione dove assaggiare le nostre varieta' di
olio, da includere nelle strade dell'olio della regione istriana.
Il fatto di avere una concentrazione di produzione di olio e di
servizi affini, non puo' che aumentare l'importanza di Dignano ma
gli impone pure di premunirsi di una adeguata rete di servizi di
ospitalita' turistica in previsione di una ricaduta turistica che
inevitabilmente succede quando si offre la qualita' della vita.
Alle tradizionali Rassegne dell'olio in aprile e alle Giornate
dell'olio novello in novembre di ogni anno, si devono aggiungere
nuove, originali e intriganti iniziative nei piu' disparati campi:
- gastronomiche ( gare gastronomiche basate sull'olio: ogni trattoria e ristorante dovrebbe realizzare un proprio menu originale oltre ad avere una carta degli oli)
- culturali (circuito di visita alle ville romane ed antichi oleifici; esposizioni, mostre e installazioni tematiche di pittura, fotografia e altro )
- medicinali (conferenze sugli effetti dell'olio per l'apparato cardiocircolatorio o gastrointestinale o in dermatologia)
- della cosmesi e del benessere (produzione di saponi, shampoo e detergenti vari per il corpo; massaggi con l'olio e trattamenti della pelle)
- naturalisico-paesaggistiche (percorsi trekking tra gli oliveti costeggiando masere arrivando alle casite, passando vicino ai resti delle vecchie basiliche)
- oggettistica ( creazione di botteghe e gallerie con souvenir realizzati con legno di olivo come portachiavi, bracciali ecc., fruttiere e soprammobili, altri elementi ornametali di arredamento per interni, corsi e dimostrazioni per turisti di lavorazione di questi oggetti)
- etnografico-museali ( creazione di un centro espositivo degli arnesi e delle tradizioni contadine nella produzione di olio)
L' indotto, che dal settore oleario puo' scaturire, rappresenta
senza dubbio un affare enorme per tutto il territorio oltre alle
gia' menzionate possibili attivita' in campo turistico. Così deve
tener conto anche della presentazione e promozione di questo olio che
e' e deve rimanere di nicchia e dunque dotarsi di strumenti adatti
alla sua commercializzazione.
Tra le proposte della Comunita' turistica di Dignano due ci sembrano
oltremodo importanti: la prima e' l' adozione di una bottiglia
originale e unica da essere riconoscibile ed inconfodibile tra tutte
quelle finora in commercio in modo che sia subito chiaro fin dal
primo colpo d'occhio che in quella bottiglia c'è olio del Dignanese
e l' idea concretizzata dallo scultore Saša Matijašić ne e' un
valido esempio (foto 5); la seconda si riferisce alla creazione di un
marchio tutto dignanese (o Bumbaro) di originalita' e provenienza e
che il sunnominato panel puo' convalidare.
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Hugues C.,
Elaiografia istriana, Edizioni Ceres Zagreb/Zagabria 1999; con
illustrazioni di Giulio de Franceschi
Il fatto di certificare e garantire che si tratta di «oio de
Dignan» fatto con olive autoctone come la Busa maschio e
femmina e la Carbonassa, varieta' dignanesi di origine
controllata come documentato da Carlo Hugues nella sua
«Elaiografia istriana» (7), puo' solo farne lievitare il valore e
incrementarne la richiesta. Auspichiamo qui a velocizzare la
costruzione a Dignano della prevista nuova sede fieristica della
Regione istriana che potra' dare nuovo vigore e importanza a tutto il
territorio data la possibilita' di organizzare manifetazioni di
livello internazionale.
Dignano,
che non a caso ha per patrono San Biagio, protettore della gola, che
unge con l'olio d'oliva, deve senz'altro proseguire in questa sua
millenaria tradizione di eccellenza olearia adottando di volta in
volta tutte le possibili soluzioni per mantenersi ai vertici nella
produzione tra i migliori extravergini a livello mondiale divenendo
un brand
come Citta' dell'olio che richiami clienti, studiosi, turisti e
curiosi in questa terra unica e meravigliosa i cui abitanti, per
tradizione popolare usano cantare : « se ti savisi el ben che mi te
voio
mi te magnasi el cor frito nel oio «
Ennio
Forlani
Altre opere
consultate:
- Alberi
D., Istria: storia ,arte, cultura...», Lint editore, Trieste 1988
- Petronio
Prospero, Memorie sacre e profane dell' Istria, Trieste 1968
- Škarica B.- Žužić I.- Bonifačić M., Maslina i maslinovo ulje
visoke kakvoće u Hrvatskoj, Tipograf d.d., Rijeka/Fiume 1996.
- Autori vari, Lungo i sentieri tradizionali alla riscoperta degli
antichi sapori, Agromin, Capodistria 2007
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